sabato 28 gennaio 2012

"Folgore" di morte e di omertà

Isabella Guarino e Corrado Scieri, "Folgore" di morte e di omertà, Kaos, 2007, pp. 260, € 16,00
mediaFolgoreIl 13 agosto 1999 il giovane allievo paracadutista Emanuele Scieri fu ucciso all'interno della caserma "Gamerra" di Pisa, dove era appena arrivato da Scandicci dove aveva sostenuto il C.A.R. I comandanti della Brigata "Folgore" - cui fa capo la Gamerra fornirono versioni più o meno fantasiose dei fatti, come il suicidio o la disgrazia del parà salito su una scala per telefonare con il cellulare. E questo, dopo che era stato rinvenuto il cadavere del giovane parà, tre giorni dopo la tragedia, perché fino a quel momento era stata avvalorata l'ipotesi della fuga volontaria dalla caserma. Il corpo di Scieri, infatti, fu trovato soltanto il 16 agosto. La prima cosa che viene spontaneo domandarsi è come sia possibile che per tre giorni non si trovi un cadavere all'interno di una caserma di paracadutisti, pur sapendo che il militare, quel 13 agosto, era rientrato dalla libera uscita (come risulta dai documenti della caserma). La risposta che si trae da quanto ci viene fornito nel libro è che per trovare bisogna voler cercare; è quando non si cerca, che raramente si trova.
Il libro in questione, che racconta questa assurda vicenda, è stato scritto dai genitori del povero Emanuele, e riporta, grazie soprattutto alla proposizione degli atti ufficiali delle inchieste - quella penale e quella militare - le incongruenze e le aporie che hanno condotto, giocoforza, a un nulla di fatto per quanto riguarda per quanto riguarda l'accertamento degli eventi di quel 13 agosto 1999. Entrambe le inchieste, infatti, si sono concluse con richiesta di archiviazione per l'ipotesi di omicidio preterintenzionale. E l'impressione che rimane è che esse siano state condotte con superficialità e indolenza (a dispetto della mole di accertamenti esperiti e persone interrogate), allo scopo, forse, di non scoperchiare un pentolone contenente episodi di nonnismo, dei quali, ai tempi della leva obbligatoria (e specialmente in corpi quali quello dei paracadutisti), sapevano anche le pietre.

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