Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934
Romanzo della maturità del fiorentino Aldo Giurlani, in arte Palazzeschi, abbandonati i codici
futuristi e smessi i panni da incendiario dei versi giovanili.
La crosta di Le
sorelle Materassi è umoristica - leggendo il libro si ride spesso e
spessissimo si sorride - ma la sostanza è amara, perché qui si narra la storia
della parabola rovinosamente discendente di due sorelle attempate della
borghesia campagnola del contado fiorentino nel primo scorcio di Novecento.
Rovinate economicamente da un nipote furbissimo e parassitario cui non riescono
a non perdonare ogni imbroglio, le Materassi vivono davvero soltanto nell'ombra
del nipote, il quale, dopo avere succhiato ogni loro sostanza, le abbandona
miseramente. E nonostante ciò, per le due sorelle (e anche per la loro fantesca
Niobe), il ricordo struggente del nipote resterà l'unica consolazione del
tramonto della loro vita.
Lo stile di Palazzeschi
è realistico, quasi si trattasse di una proiezione toscana del verismo di
stampo verghiano. Lo scrittore sfiora a più riprese il bozzettismo, nella
descrizione di certe figurine tipiche del paesaggio fiorentino di campagna, ma
schiva questo rischio grazie alla capacità di dare ai propri personaggi finezze
e sfumature psicologiche. Che poi forse costituiscono l'altra faccia della
bonomia dello scrittore, quasi incapace di andare a fondo quando si tratta di
creare un personaggio integralmente negativo (quale sarebbe potuto risultare il
nipote Remo, il quale resta invece soltanto un bellimbusto, cinico, ma
sentimentale).