E noi come stronzi rimanemmo a guardare (2021) di Pif. Con Fabio De Luigi (Arturo), Ilenia Pastorelli (Stella), Pif (Raffaello), Maurizio Marchetti (Jean-Pierre), Eamon Farren (John Fuuber), Valeria Solarino (Lisa), Maurizio Lombardi (De Spuches).
Se non fosse che per il
pericolo che in questi strani tempi, di crisi economica e pandemia
che si autoalimentano in circolo vizioso, la “ideologia” sottesa
al film corre il rischio di essere interpretata in chiave di
complottismo planetario, si potrebbe dire, con una certa dose di
generosità, che quest'ultimo lavoro di Pif,
nei termini e nei limiti del cinema che gli è proprio, è
sostanzialmente riuscito. Certo, la tirata finale messa in bocca a
John Fuuber ce la si poteva risparmiare, anche perché ormai il
messaggio del film chi lo voleva capire l'aveva capito. In ogni caso,
il divertimento non manca, anche grazie alla bravura e alla simpatia
di tutti gli interpreti (finalmente un copione che sa mettere in
evidenza il talento comico di Fabio De Luigi), con qualche gag
quasi slapstick, ma anche con citazioni cinefile che vanno dal
neorealismo (di Ladri di biciclette) alla Bollywood dei nostri
giorni. Peccato, ripeto, per quel finale didascalico che rischia di
banalizzare, con un inutile pistolotto, quanto di buono era stato
detto su alcune delle piaghe sociali del presente, soffocato da
eccessi tecnologici che disumanizzano i rapporti interpersonali (e
lavorativi), pur fuoriuscendo dalle intenzioni di Pif la
demonizzazione della tecnologia in sé, nel caso in cui essa svolga
la propria essenziale funzione di aiutare le persone, anche a
conoscersi e ad incontrarsi.