venerdì 24 febbraio 2012

La solitudine del maratoneta

Alan Sillitoe, La solitudine del maratoneta, minimum fax, 2009, p. 223, € 11,50.
Colin Smith corre perché gli viene naturale e perché lui e tutti quelli della sua razza sono abituati da sempre a correre per scappare dai poliziotti. Questa spiegazione, data dal protagonista del racconto lungo che dà il titolo alla raccolta, offre il senso della scrittura di Sillitoe e descrive i suoi personaggi. Infingardo e bugiardo, Colin è un proletario disgraziato, ma furbo, e infatti rifiuta di prendere il posto in fabbrica che era stato di suo padre, morto con i polmoni marciti per i veleni respirati. Ha una visione chiara e disincantata della realtà, e preferisce avere a che fare con i poliziotti, che lo odiano e lo trattano con reciproco disprezzo, piuttosto che con gli ipocriti rappresentanti della borghesia britannica, come il direttore del riformatorio, che tentano mellifluamente di piegarlo ai propri scopi. Ma Colin preferisce spezzarsi piuttosto che aderire ai valori che gli vengono subdolamente imposti. Gli altri racconti della raccolta sono quasi tutti all'altezza del primo e più famoso: tutti i personaggi cui dà vita Sillitoe sono dei ribelli individualisti e come tali scontano la solitudine tipica del maratoneta in fuga.