A pensarci bene mi piace
la Via Fratelli Rosselli, Martiri della Libertà, già Via delle
Ripe.
Mi piace soprattutto
sulla sera, quando come da una terrazza si vede in lontananza il sole
che tramonta sul mare.
Però mi piace anche
verso l'ora di pranzo, quando tutti sono già chiusi in casa a
mangiare e io, in ritardo, vado a piedi a casa dei miei genitori.
Mi piaceva quando era una
strada sterrata, più Via delle Ripe che strada intestata alla
memoria dei martiri della libertà, e io ci camminavo con le mie
scarpe invecchiate da giorno lavorativo.
Non mi piacevano,
tuttavia, le pozzanghere formate dalle piogge e preferisco, tutto
sommato, il ruvido asfalto delimitato da un cordolo di cemento.
Mi piacciono i tombini di
ghisa applicati in corrispondenza delle case, popolari o nuove che
siano, a testimoniare che anche una piccola vecchia strada di
campagna è diventata estrema propaggine – e non la peggiore –
della nostra inciviltà.
Mi piacciono le acacie
che delimitano il ciglio della strada dalla scarpata sotto la quale
sorge la casa dove stava la Carlina, mitico luogo dove la mia nonna
minacciava di buttarmi i giocattoli che lasciavo in disordine per la
casa.
Mi piace quella via dei
fratelli martiri della libertà, perché dal primo all'ultimo giorno
che ci ho vissuto sono passati venticinque anni, almeno trenta
centimetri di statura, la mia vita.