Alessandro Tassoni, La
secchia rapita
Non c'è quasi mai niente
di più serio delle cose comiche, soprattutto se si tratta di un poema
eroicomico, genere letterario di cui il modenese Alessandro Tassoni (1565-1635) rivendicava di essere l'inventore.
Sono infatti quattro secoli che la critica letteraria disquisisce con gran
copia di libri della Secchia rapita,
che evidentemente non è affatto ritenuta un'opera minore. Benché i testi
critici sulla Secchia del Tassoni non siano numerosi come sull'Orlando furioso o sulla Gerusalemme liberata, si dibatte fin dai
tempi della pubblicazione di questo poema eroicomico sulle incongruenze
cronologiche alla sua base e sull'identificazione reale dei suoi personaggi, a
cominciare dal celeberrimo antieroe il Conte di Culagna.
Uscito intorno alla
quindicina del XVII secolo, La secchia
rapita è un poema che ha la fondamentale caratteristica di essere molto
divertente. Certo, non è fantasioso come l'Orlando
furioso (e nemmeno come l'Orlando
innamorato del Boiardo) né
profondo come La Gerusalemme liberata,
che sono i suoi due modelli più diretti, ma si deve riconoscere al suo autore
una notevole maestria nel verseggiare ed anche nel prendere - e volgere a suo
interesse - molti materiali diversi, dai tempi antichi di Omero a quelli più recenti. Con tutti questi modelli, tra i quali è
da includere L'Eneide (e invece non
il Morgante del Pulci, per niente apprezzato dal Nostro), il Tassoni costruisce un qualcosa di originale, affiancando ai
personaggi di fantasia persone della sua epoca e gli antichi dei dell'Olimpo,
come avveniva nell'Iliade.
E così la contesa tra
modenesi e bolognesi per il furto di un comunissimo secchio da pozzo, sotto le
spoglie di una contesa epica come quella di achei e troiani, diventa il
pretesto per evidenziare "i difetti del secolo", ma anche per mettere
alla berlina numerosi contemporanei dell'Autore, le cui identità restano
mascherate sotto il nome di personaggi di per sé molto buffi, come il già
citato Conte di Culagna o il Potta (crasi del termine potestà), gran
condottiero dei modenesi.
Il conflitto si svolge
in un'epoca imprecisata del medioevo, mischiando anche eventi reali accaduti in
secoli differenti, con scontri avvenuti nel Trecento nei quali resta coinvolto
anche Re Enzo - figlio di Federico II di Svevia - caduto in realtà prigioniero
dei bolognesi alla metà del Duecento (battaglia di Fossalta, 1249).
Naturalmente il lettore
di oggi non è capace di riconoscere i personaggi che nel Seicento dovevano
risultare abbastanza noti, ma questo non diminuisce il divertimento né la comicità
di certi episodi, come quello in cui il Conte di Culagna tenta di uccidere la
moglie con quello che crede essere un veleno ed è invece una potente purga, con
la donna che riesce a far ingurgitare la pozione proprio al marito, che poi ne
subisce tutte le ridicole conseguenze.
La secchia rapita fa
parte del favoloso patrimonio della Letteratura italiana, al pari di altre
opere, da riscoprire ed apprezzare.
Lettura della «Secchia
rapita», a cura di Davide Conrieri e Pasquale Guaragnella, Argo (2016)