domenica 4 novembre 2018

Alessandro Tassoni, La secchia rapita


Alessandro Tassoni, La secchia rapita


Non c'è quasi mai niente di più serio delle cose comiche, soprattutto se si tratta di un poema eroicomico, genere letterario di cui il modenese Alessandro Tassoni (1565-1635) rivendicava di essere l'inventore. Sono infatti quattro secoli che la critica letteraria disquisisce con gran copia di libri della Secchia rapita, che evidentemente non è affatto ritenuta un'opera minore. Benché i testi critici sulla Secchia del Tassoni non siano numerosi come sull'Orlando furioso o sulla Gerusalemme liberata, si dibatte fin dai tempi della pubblicazione di questo poema eroicomico sulle incongruenze cronologiche alla sua base e sull'identificazione reale dei suoi personaggi, a cominciare dal celeberrimo antieroe il Conte di Culagna.
Uscito intorno alla quindicina del XVII secolo, La secchia rapita è un poema che ha la fondamentale caratteristica di essere molto divertente. Certo, non è fantasioso come l'Orlando furioso (e nemmeno come l'Orlando innamorato del Boiardo) né profondo come La Gerusalemme liberata, che sono i suoi due modelli più diretti, ma si deve riconoscere al suo autore una notevole maestria nel verseggiare ed anche nel prendere - e volgere a suo interesse - molti materiali diversi, dai tempi antichi di Omero a quelli più recenti. Con tutti questi modelli, tra i quali è da includere L'Eneide (e invece non il Morgante del Pulci, per niente apprezzato dal Nostro), il Tassoni costruisce un qualcosa di originale, affiancando ai personaggi di fantasia persone della sua epoca e gli antichi dei dell'Olimpo, come avveniva nell'Iliade.
E così la contesa tra modenesi e bolognesi per il furto di un comunissimo secchio da pozzo, sotto le spoglie di una contesa epica come quella di achei e troiani, diventa il pretesto per evidenziare "i difetti del secolo", ma anche per mettere alla berlina numerosi contemporanei dell'Autore, le cui identità restano mascherate sotto il nome di personaggi di per sé molto buffi, come il già citato Conte di Culagna o il Potta (crasi del termine potestà), gran condottiero dei modenesi.
Il conflitto si svolge in un'epoca imprecisata del medioevo, mischiando anche eventi reali accaduti in secoli differenti, con scontri avvenuti nel Trecento nei quali resta coinvolto anche Re Enzo - figlio di Federico II di Svevia - caduto in realtà prigioniero dei bolognesi alla metà del Duecento (battaglia di Fossalta, 1249).
Naturalmente il lettore di oggi non è capace di riconoscere i personaggi che nel Seicento dovevano risultare abbastanza noti, ma questo non diminuisce il divertimento né la comicità di certi episodi, come quello in cui il Conte di Culagna tenta di uccidere la moglie con quello che crede essere un veleno ed è invece una potente purga, con la donna che riesce a far ingurgitare la pozione proprio al marito, che poi ne subisce tutte le ridicole conseguenze.
La secchia rapita fa parte del favoloso patrimonio della Letteratura italiana, al pari di altre opere, da riscoprire ed apprezzare.

Lettura della «Secchia rapita», a cura di Davide Conrieri e Pasquale Guaragnella, Argo (2016)