Gian Enrico Rusconi, 1914: attacco a Occidente, Il Mulino, 2014,
pp. 320, € 24,00
Prima ancora di parlare dell'attentato di Sarajevo (28
giugno 1914), qualsiasi storia della Prima Guerra Mondiale dovrebbe partire da
Schlieffen. E questo saggio di Rusconi
lo fa. Alfred von Schlieffen fu a lungo capo di stato maggiore delle forze
armate tedesche, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, e durante
il suo incarico ebbe come suo massimo impegno l'elaborazione di un piano
d'attacco alla Francia. Si trattava di un piano che prevedeva un fulmineo
attacco alla Francia, entrando nel suo territorio attraverso il neutrale
Belgio, per aggirare le difese francesi costruite lungo il confine con la
Germania. Per ironia della sorte, Schlieffen morì nel 1913 e non vide mai
l'attuazione del piano strategico da lui tanto a lungo elaborato. Eppure,
l'attuazione del piano Schlieffen - o della sua reinterpretazione fornita dal
successore alla carica di capo di stato maggiore Moltke - fu il primo atto militarmente
rilevante di quella che fu chiamata la Grande Guerra. E questa fu una delle
tante cose strane e curiose che caratterizzarono questa guerra, scoppiata a
seguito di un contrasto tra l'Impero Asburgico e la piccola Serbia,
successivamente allargatasi alla Russia zarista, paese difensore degli
interessi (oltre che propri) slavi in Europa.
Allora perché, dati questi prodromi, la guerra ebbe inizio
con l'attacco della Germania guglielmina alla Francia? È, questa, una delle
domande cui cerca di dare risposta il libro dello storico Rusconi, che si inserisce nel solco della più avveduta e moderna
storiografia sulla Prima Guerra Mondiale. Infatti, il maggiore interesse di
questo saggio consiste nella ricostruzione della fasi che precedettero la
mobilitazione generale decretata nei vari stati originariamente coinvolti.
Per una ricostruzione puntuale delle vicende militari, ci si
rivolga altrove (per esempio alla fondamentale monografia dell'inglese John Keegan, il cui unico difetto è
costituito dallo scarso rilievo dato al fronte italiano): Rusconi fornisce
risposte - laddove esse siano rintracciabili nelle carte - ad altri
interrogativi, del tipo perché questa guerra scoppiò, chi la iniziò, se si
sarebbe potuta evitare, quale fu il peso dell'intervento italiano - avvenuto,
dopo quasi un anno di grandi contrasti, nel 1915 - al fianco delle potenze
"alleate" e se la Seconda Guerra Mondiale fu una conseguenza, forse
un'appendice, della Prima.