sabato 28 gennaio 2012

Andrej Tarkovskij di A. Frezzato

Achille Frezzato, Andrej Tarkovskij, La Nuova Italia (Collana Il Castoro Cinema), 1978, pp. 103.
TarkovskijUscito nel 1978, quando Takovskij aveva girato soltanto quattro dei suoi sette film, questo piccolo libro di Achille Frezzato è un'opera fondamentale - probabilmente la prima monografia in lingua italiana - su un Maestro del cinema. Scritto con un linguaggio elegante ed estremamente piacevole da leggere, il saggio analizza abbastanza approfonditamente i primi quattro lavori di Tarkovskij, sviscerandoli più dal punto di vista contenutistico che tecnico. Frezzato, infatti, mette in evidenza gli elementi ricorrenti del cinema tarkovskiano, cercando di offrire al lettore una chiave per districarsi tra i simboli di un linguaggio filmico tra i più densi e affascinanti di tutto il panorama mondiale. Da L'Infanzia di Ivan ad Andrej Rubliov, da Solaris a Lo specchio (un film spesso, anche ai nostri giorni, mal capito), è tutto un evidenziare gli elementi ricorrenti del cinema del regista russo, come i cavalli neri (molto spesso simbolo di libertà), l'acqua (fonte della vita) sotto forma di fiume (lo scorrere del tempo, il movimento fluente della natura) o di pioggia (non di rado purificatrice), la neve (uno stato, più fermo e d'ostacolo, dell'acqua), il fuoco, i campi spazzati dal vento, alberi solitari, case al cui interno filtra la pioggia e così via. Quello disegnato da Frezzato è, dunque, un itinerario affascinante, tracciato all'interno dell'Arte di un Maestro, che ha saputo coinvolgere l'anima e la testa di milioni di spettatori di tutto il mondo,  facendo balenare l'Arcano della vita e della natura, senza tuttavia pretendere di svelarne il Mistero.

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