lunedì 16 maggio 2016

Cosa hanno vinto i pendolari?

In questi ultimi giorni si sente per radio una canzone apparentemente bella di Niccolò Fabi, che si intitola Ha perso la città. Un noto deejay radiofonico ha detto che si tratta di una delle più belle canzoni che vanno in radio in questo momento e - se non ricordo male - di una delle più belle canzoni degli ultimi dieci anni. È una canzone apparentemente bella, perché parla di degrado urbano, di ecologia, dei mali che affliggono in particolare le grandi città, ma anche della solitudine che le popola e della forzata compagnia («i loschi affari dei palazzinari/gli alveari umani e le case popolari»). Poi il cantautore a un certo punto scrive:
            hanno vinto i superattici a tremila euro al mese
            le puttane lungo i viali, sulle strade consolari
            hanno vinto i pendolari
Vorrei domandare al cantautore romano (il quale evidentemente non ha avuto bisogno della casa popolare) che cosa sappia dei pendolari e, in particolare, perché li paragoni alle puttane lungo i viali. Vorrei sapere se il cantautore con la testa piena di riccioli sa cosa significhi alzarsi per almeno cinque giorni alla settimana alle cinque o alle sei di mattina e uscire - estate o inverno, giorno o buio, pioggia o vento - per magari prendere la macchina, con cui raggiungere una stazione ferroviaria, per prendere un treno che ti porti a un'altra stazione ferroviaria, per salire su un autobus che ti trasporti al lavoro, dove svolgi i tuoi compiti per quelle sei, otto o nove ore, prima di iniziare la trafila in senso inverso.

Insomma, caro Niccolò Fabi: che cosa hanno vinto, secondo te, i pendolari?


2 commenti: