lunedì 31 dicembre 2012

Riccardo Redaelli, L'Iran contemporaneo, Carocci, 2011, pp. 182, € 14,50.

Professore all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Redaelli spiega cosa sia l'Iran di oggi, tra aspirazioni ad una democrazia di tipo occidentale e tendenze al conservatorismo più retrivo, addirittura più arretrato del progetto originario di Khomeyni.
L'autore riassume la storia recente del paese asiatico nelle prime pagine, operando un veloce excursus sull'Iran del primi settant'anni del Novecento. Poi si concentra sulla storia contemporanea, ovvero dalla rivoluzione del 1979 fino ad oggi, con l'avvento al potere di Ahmadinejad, appoggiato dai ranghi dei pasdaran (i guardiani della rivoluzione islamica) e dalle milizie paramilitari dei bassiji.
Il libro è assai interessante, per districarsi in quell'universo di difficile comprensione che è, sia politicamente che per quanto riguarda il funzionamento delle istituzioni, l'Iran di oggi.
Non mi addentro nei contenuti del saggio, che è già abbastanza difficile sintetizzare nelle circa 180 pagine scritte da Redaelli, ma direi che il concetto fondamentale per comprendere quanto ci viene esposto sia quello del velayat-e faqih, ossia la dottrina che giustifica il governo del clero e sostiene quindi che l'autorità religiosa debba prevalere su tutte le altre istituzioni politiche. Attorno a questo assunto ruotano gli avvenimenti politici del paese negli ultimi trentacinque anni. Vi sono stati momenti in cui ha prevalso l'ortodossia del velayat-e faqih ed altri in cui i movimenti riformisti e più modernisti sono riusciti a mitigare il dominio del clero islamico, rappresentato dagli imam e dagli ayatollah e, ad un livello istituzionale ancora più alto, dal rahbar, la suprema autorità religiosa.
Quello che domina oggi in Iran è, purtroppo, un curioso intreccio di istanze laiche (Ahmadinejad, diversamente da alcuni suoi predecessori, anche riformisti, è appunto un laico) radicalizzate intorno al concetto di un Islam estremista e antioccidentali e di interessi economici, rappresentati dalle classi dei pasdaran e dei bassiji, ormai entrati nei gangli vitali della finanza, dell'economia e del potere.
Una lettura interessantissima e consigliabile.

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