mercoledì 26 dicembre 2012

Joseph Conrad, La linea d'ombra, Garzanti, 2007, pp. XXXVIII - 126, € 8,00

Romanzo che prende spunto da un episodio autobiografico e che, nella sostanza, non si discosta di molto da quanto già narrato dall'autore diversi anni prima in Tifone. L'esperienza diretta è qui testimoniata anche dall'uso della prima persona nella narrazione, dell'esperienza del primo comando di una nave da parte del protagonista, che si trova a dover fronteggiare prima una interminabile bonaccia, poi la malattia dell'equipaggio e alla fine una tempesta marina. Anche qui, come in Tifone, sono la calma e la forza d'animo, e in più l'aiuto di un collaboratore solido come una roccia (nonostante una malattia al cuore), a tirare fuori dagli impicci il protagonista e a fargli superare quella linea d'ombra che separa la giovinezza dalla maturità. Ma il tono del racconto, in questo La linea d'ombra, è assai più cupo, forse perché il romanzo prende forma ed esce nel 1917, mentre milioni di giovani di tutta Europa si stanno massacrando a vicenda nelle trincee in Francia, Belgio, Italia, Germania, Russia eccetera, e tra loro c'è anche Boris, figlio dello scrittore, al quale il romanzo è dedicato.

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