lunedì 16 febbraio 2015

Giacomo, fratello di Gesù

Claudio Gianotto, Giacomo, fratello di Gesù, Il Mulino, 2013, pp. 144, € 13,00


Quando ho parlato a mia madre di Giacomo, fratello di Gesù, lei ha commentato «è una specie di Il codice Da Vinci, insomma». E invece no, tutt'altro. Claudio Gianotto non è un romanziere d'assalto, interessato all'esoterismo, alle trame segrete dell'alta finanza e a scalare le classifiche di vendita, bensì un serissimo professore universitario di Storia del Cristianesimo. È infatti ormai assodato che Gesù ebbe dei fratelli, il più influente dei quali fu appunto Giacomo, detto il Giusto. Fu quest'ultimo a prendere le redini del movimento alla morte del fondatore, almeno fino a che, tra i seguaci del Cristo, prevalse quella che potremmo definire l'ala petrina e paolina. Se, infatti, il Cristianesimo nacque e si sviluppò all'interno dell'Ebraismo, con il suo diffondersi attraverso l'Impero Romano entrò in contatto con gli aderenti a tutti gli altri culti professati in quello Stato, e in particolare con la parte più numerosa, cioè con i cosiddetti pagani. Era inevitabile che, non fosse altro che per ragioni puramente numeriche, la porzione di Cristiani di origine ebraica diventasse ben presto minoritaria. E quindi i contrasti dottrinari e pastorali tra Giacomo da una parte e Paolo dall'altra videro un'iniziale prevalenza del primo, ma nella storia della Chiesa è stato il secondo a prevalere nettamente e definitivamente. Questo è tanto vero che di Giacomo il Giusto si è perfino persa la memoria, anche tra coloro che praticano i riti cristiani in generale. Molti lo confondono ormai con il discepolo conosciuto come Giacomo il Maggiore e invece era uno dei figli di Maria, o forse di Giuseppe, insomma, fratello vero di Gesù.

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