venerdì 1 giugno 2012

Gesualdo Bufalino, Le menzogne della notte

Gesualdo Bufalino, Le menzogne della notte, Bompiani, 2001, p. 192, € 7,90

Nel penitenziario situato su un'isoletta del Mediterraneo, alla metà di un Ottocento più verosimile che reale, quattro congiurati di alto livello stanno aspettando l'alba, quando verrà eseguita la loro condanna a morte, per avere cospirato contro la monarchia borbonica. Per passare la nottata, i quattro, che nel frattempo sono trasferiti nella cella dove già si trovava un altro prigioniero, un criminale comune anch'egli condannato alla pena capitale, decidono di raccontare ciascuno la propria storia. Ma sui morituri incombe un'altra promessa/minaccia, fatta dal direttore del carcere, nonché governatore dell'isola, Consalvo De Ritis soprannominato Sparafucile: se anche uno solo dei quattro, in segreto, scriverà su un pezzo di carta la vera identità del potente e misterioso capo della congiura antimonarchica, conosciuto con il nome in codice di Padreterno, sarà data salva la vita a tutti loro.
Le menzogne della notte possono rivelarsi ingannevoli per i protagonisti, ma anche per gli aguzzini, in questo romanzo, breve ma denso, del 1988 che, nella tecnica, ricorda la novellistica classica italiana che ha come maggiore esempio il Decameron, ma anche un capolavoro del cinema come Rashomon di Kurosawa, sorto dall'adattamento di due racconti dello scrittore Akutagawa (per i più giovani, si potrebbe rimandare all'esempio del più recente I soliti sospetti, successivo rispetto a Le menzogne della notte), in una struttura narrativa che, più che a cornice, è stata definita dallo stesso Bufalino come un fiume con i suoi affluenti, in quanto i singoli racconti dei vari personaggi confluiscono nel troncone della trama principale. Ma il meglio del romanzo, pur avvincente e sorprendente nei suoi sviluppi narrativi, consiste nella massa di riferimenti alla cultura sette-ottocentesca, dalla letteratura alla musica alla pittura.
Bufalino è uno scrittore di alta letteratura (com'è stato definito dal libraio da cui ho acquistato il romanzo), al tempo stesso enciclopedico e profondo. che adopera un linguaggio barocco e dà piena soddisfazione al lettore esigente.

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