domenica 3 febbraio 2013

Billy Budd

Herman Melville, Billy Budd, Feltrinelli, 2011, p. 148, € 7,00
Capolavoro della maturità, l'ultimo purtroppo, di Melville, che morì mentre stava appunto scrivendo questo romanzo. Nonostante la formale incompiutezza, quindi, Billy Budd è un testo contenutisticamente colto, storicamente documentato e stilisticamente maturo. La narrazione è spesso interrotta da digressioni (in misura minore rispetto agli altri romanzi dell'Autore, informa chi li ha letti) che inquadrano la vicenda dell'Avvenente Marinaio nel loro contesto storico, cioè quello della guerra navale tra l'Inghilterra e la Francia del Direttorio (1797), costellato da una serie di ammutinamenti, ma si concentra fin da subito sul protagonista. Che risulta ben presto come il perfetto capro espiatorio di situazioni che nemmeno conosce, il puro di cuore destinato a soccombere, l'idiota dostoevskiano, ma anche una figura di Cristo, un Cristo incolpevole sebbene non innocente, chiamato a penzolare da un pennone della nave, come il figlio di dio dalla croce.
Ma quello che conta, in ogni romanzo che si rispetti, più della vicenda narrata, è lo stile dello scrittore e Melville dimostra di essere uno scrittore grandissimo, con una propria personalità, che non ha molti pari nella narrativa americana dell'Ottocento, che pure non difetta di buoni autori. Qui la lingua di Melville si giova dell'ottima traduzione del poeta fiorentino Alessandro Ceni: valore aggiunto ad un'opera potentissima già di per sé.

Nessun commento:

Posta un commento