lunedì 9 aprile 2012

Roland H. Bainton, Vita e morte di Michele Serveto, Fazi, 2012, pp. XXXIV-292, € 18,50
Introdotto da Adriano Prosperi - probabilmente il maggior storico italiano vivente, in relazione alle problematiche religiose del Cinquecento - ecco uno dei libri più importanti dello studioso americano Bainton (1894-1984), soprattutto perché l'eretico spagnolo assurse a grande importanza in virtù della propria morte, avvenuta sul rogo nel 1553 a Ginevra, ad opera dei Riformati di Giovanni Calvino, ma senza che le sue idee fossero adeguatamente studiate. Esse, invece, ebbero grande importanza, soprattutto sugli eretici italiani, a cominciare dall'influenza che esercitarono sui due eretici senesi Lelio e Fausto Sozzini (zio e nipote).
Bainton compie una sintesi mirabile tra racconto della vita (e della morte) del teologo spagnolo Miguel Servet (1511-1553) e l'analisi delle sue opere principali, il De trinitatis erroribus (Gli errori della Trinità) e la Christianismi restitutio (Il ripristino del Cristianesimo).
Alfiere anche in patria (gli Stati Uniti d'America, dov'era giunto ad appena otto anni dalla natia Inghilterra) della tolleranza religiosa e del dialogo tra le diverse confessioni (egli era ministro Congregazionalista, anche se mai esercitò le funzioni di pastore), Bainton non poteva che provare umana comprensione per Serveto, non fosse altro che per la terribile fine cui fu condannato, proprio da coloro che definivano Anticristo il papa di Roma. E il teologo navarrino costituì l'oggetto di una delle quattro grandi biografie di Bainton, insieme ad Erasmo da Rotterdam, Martin Lutero e Bernardino Ochino (da Siena).

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